Mappa del ballo riminese

La mappa storica del ballo riminese è a cura dell’Associazione Rimini Sparita

con il patrocinio del Comune di Rimini

in collaborazione con la Biblioteca Civica Gambalunga

utilizzo della mappa

La mappa storica del ballo riminese è di semplice consultazione: è sufficiente cliccare sui singoli segnalini. È possibile zoomare utilizzando i pulsanti in basso a destra o, da cellulare, utilizzare due dita per allargare la scala di visualizzazione.

Titolo Indirizzo

Per approfondire

“Riassunto delle nottate precedenti”, il podcast di Betty Miranda dedicato alla storia dei locali romagnoli: ascoltalo su…

Bibliografia

note

La mappa del ballo riminese è costantemente in evoluzione, sulla base delle indicazioni storiche che emergono progressivamente e che suggeriscono (o impongono) integrazioni e modifiche a volte marginali, altre volte sostanziali. Nel caso notaste errori od omissioni, siete pregati di segnalare la correzione a ballo@riminisparita.it

È stato deciso di strutturare una mappa dei soli locali presenti sul territorio di Rimini e di alcune zone limitrofe dal 1945 sino all’inizio del nuovo millennio, escludendo la “galassia” delle discoteche riccionesi, altrettanto (se non,  in molti casi, maggiormente) importanti. La decisione si è resa necessaria per due motivi principali: la seconda metà del Novecento è stata l’epoca della massima diffusione dell’intrattenimento danzante e, contemporaneamente, era necessario garantire la maggiore accuratezza storica e precisione logistica.  Estendendo la mappatura ad altri territori il numero degli esercizi da includere sarebbe esponenzialmente aumentato, a inevitabile scapito della completezza delle informazioni.

Le immagini presenti sul sito provengono principalmente dall’archivio dell’Associazione Rimini Sparita o dai fondi fotografici presenti presso la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini: nel caso riteniate siano presenti violazioni dei copyright, siete pregati di inviare la segnalazione a ballo@riminisparita.it

Ulteriori contributi iconografici a cura di Betty Miranda, Christian Di Flumeri, Giovanni Tommaso Garattoni, Amedeo Ronchi.